Sfatando i miti sui bloccanti per minori trans

In seguito alle varie polemiche e pessime informazioni date riguardo ai bloccanti della pubertà (il farmaco che viene somministrato a quei minori che non si riconoscono nel genere biologico che è stato loro assegnato alla nascita) abbiamo pensato che sarebbe stata una buona idea raccogliere alcune informazioni per sfatare i miti che circondano questo importante farmaco.

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MITO 1: i bloccanti della pubertà sono dannosi per la crescita ossea.


I FATTI: La Endocrine Society ha scoperto che l’intervento medico negli adolescenti transgender sembra essere sicuro ed efficace e che il trattamento ormonale per arrestare la pubertà negli adolescenti che non si riconoscono nel proprio genere biologico non causa danni permanenti alle ossa.


La Endocrine Society sostiene l’uso dei bloccanti della pubertà:
“Gli interventi ormonali per bloccare lo sviluppo puberale dei bambini trans sono efficaci e sufficientemente sicuri per alleviare lo stress della disforia di genere”,
Henriette Delemarre-van de Waal, MD, PhD, professore di endocrinologia pediatrica presso il Leiden University Medical Center, Leiden, Paesi Bassi.

MITO 2: I minori non vorrebbero prendere i bloccanti della pubertà se ne conoscessero i rischi

I FATTI: i pochi effetti negativi dei bloccanti della pubertà non fanno cambiare idea ai minori e la maggior parte degli adolescenti ha affermato che la mancanza di dati a lungo termine non ha e non avrebbe impedito loro di desiderare la soppressione della pubertà. Loro affermano che essere felici nella vita è più importante per loro di ogni possibile conseguenza negativa a lungo termine della soppressione della pubertà:

“Le possibili conseguenze a lungo termine sono incomparabili con la sensazione di infelicità che hai e continuerai ad avere se non ricevi un trattamento per la soppressione della pubertà”.
Ragazzo trans; età: 18

“Preferirei vivere 10 anni in meno, ma vivere una vita molto felice essendo me stesso, piuttosto che vivere 10 anni in più ed essere infelice per tutta la mia vita.”
Ragazzo trans; età: 17

“Non è una scelta, anche se molte persone lo pensano. Be’, in realtà è una scelta: tra vivere una vita felice o vivere una vita infelice. “
Ragazza trans; età: 14

MITO 3: i bloccanti della pubertà non sono reversibili


I FATTI: la soppressione della pubertà con i bloccanti della GnRHa è reversibile. Questo trattamento è un aiuto, in quanto consente di discutere i problemi (se ce ne fossero) che potrebbero essere alla base dell’identità o chiarire una potenziale confusione di genere senza la pressione del tempo. Può essere considerato “tempo acquistato” per consentire un’esplorazione aperta dell’identità di genere di un giovane.
Ciò è supportato nelle linee guida del Royal College of Psychiatrists e della World Professional Association for Transgender Health [WPATH]

Il Royal College of Psychiatrists sostiene l’uso dei bloccanti della pubertà con i bambini trans

La World Professional Association for transgender Health (WPATH supporta l’uso dei bloccanti della pubertà con i bambini trans


MITO 4: i bloccanti della pubertà sono un farmaco nuovo per i minori


I FATTI: i bloccanti della pubertà sono stati usati per anni per trattare la pubertà precoce nei bambini e possono essere prescritti dall’età di 6 anni, come dettagliato da Carel, J.-C. e Léger, J. (2008 ). Pubertà precoce. New England Journal of Medicine, 358 (22), 2366–2377. doi: 10,1056 / nejmcp0800459
Gli studi del New England Journal of Medicine supportano l’uso dei bloccanti della pubertà
Lo studio ha anche osservato che:

“Le manifestazioni puberali riappaiono generalmente entro pochi mesi dalla sospensione del trattamento con agonista del GnRH, con un tempo medio di menarca di 16 mesi. La fertilità a lungo termine non è stata completamente valutata, ma le osservazioni preliminari sono rassicuranti. “
Heger S, Muller M, Ranke M, et al. Il trattamento a lungo termine con agonista del GnRH per la pubertà precoce femminile non compromette la funzione riproduttiva. Mol Cell Endocrinol 2006; 254-255: 217-20.

MITO 5: i bloccanti della pubertà portano all’osteoporosi nei bambini trans e li renderanno sterili

I FATTI: La ricerca ha scoperto che il trattamento a lungo termine dei bloccanti della pubertà nelle ragazze con pubertà precoce ha comunque preservato il potenziale di altezza genetica. Non sono stati osservati effetti negativi sulla densità minerale ossea e sulla funzione riproduttiva. Come riportato da Sabine Heger, Carl-Joachim Partsch, Wolfgang G. Sippell in The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, Volume 84, Issue 12, 1 dicembre 1999, Pages 4583–4590
Gli studi pubblicati sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism supportano l’uso dei bloccanti della pubertà con i bambini


MITO 6: l’assunzione di bloccanti della pubertà peggiora la salute mentale

I FATTI: Uno studio sui giovani che assumono bloccanti della pubertà per un periodo di due anni ha rivelato che sebbene i pazienti fossero stati molto preoccupati per le differenze fisiche rispetto ai loro coetanei, durante il trattamento si sono leggermente ripresi dalla solitudine e dai disturbi del comportamento. Questo studio era in relazione a persone che assumevano bloccanti della pubertà per pubertà precoce, ma si può supporre che la stessa riduzione dei livelli di stress si verificherebbe con i minori transgender.
È stato inoltre commentato che:


“L’immagine corporea percepita dal paziente, piuttosto che il miglioramento fisico dopo il blocco della pubertà, può svolgere un ruolo psicologico più significativo, e quindi il supporto psicologico dovrebbe essere fornito durante il trattamento con GnRHa.”
Eun Young Kim, MD, PhD, Korean J Pediatr. Gennaio 2015; 58 (1): 1–7.

MITO 7: Non è etico dare bloccanti della pubertà ai bambini transgender

I FATTI: A parte il fatto che i bloccanti della pubertà sono, per loro stessa natura, progettati per bloccare la pubertà, che si verifica solo nei bambini sulla soglia dell’età adulta, alla domanda “Dovremmo sospendere la pubertà dei bambini con varianza di genere?” è stata data una risposta proprio dal Giornale di Medicina Etica americano (S. Giordano nel Journal of Medical Ethics 2008; 34; 580-584)
Gli articoli pubblicati sul Journal of Medical Ethics supportano l’uso dei bloccanti della pubertà con i bambini
La conclusione è stata chiara: non prescrivere bloccanti della pubertà per i bambini con varianza di genere è un’azione molto mano etica che non somministrarli:

“Se consentire la progressione della pubertà sembra che possa danneggiare il bambino, la pubertà dovrebbe essere sospesa. Non c’è nulla di poco etico nell’interferire con lo sviluppo spontaneo, quando lo stesso sviluppo spontaneo provoca gravi danni al bambino. La realtà dei fatti è che non è etico lasciare che i bambini soffrano, quando la loro sofferenza può essere alleviata.
 
Ciò non vuol dire rispondere con la medicina a un problema di natura sociale. Vuol dire rispondere con la medicina a una questione medica che causa enorme angoscia e che, se non offerta, porta i minori a cercare un aiuto non qualificato, alla vita di strada e persino alla morte.
 
Il fatto che la somministrazione di bloccanti della pubertà sia etica o no è una decisione che va presa non solo al netto dei rischi clinici e dei benefici del trattamento, ma anche in base a ciò che è probabile che accadrebbe al minore nelle prime fasi della pubertà nel caso in cui non fossero somministrati i bloccanti. A conti fatti, gli operatori sanitari dovrebbero tenere bene in conto i rischi fisici futuri (invasività di futuri interventi chirurgici – i bloccanti infatti evitano ai minori di dover essere sottoposti a molteplici operazioni chirurgiche) e i rischi psicologici e relazionali / sociali (disgusto per se stessi; integrazione sociale; rischio di suicidio).


Gli operatori sanitari sono eticamente (e in una certa misura legalmente) responsabili di ciò che è probabile che accada al richiedente nel caso il trattamento non vengono fornito. Pertanto una decisione sul somministrare o meno i bloccanti dovrebbe comportare un giudizio sulla qualità generale della vita e benessere del minore “.
S Giordano nel Journal of Medical Ethics

MITO 8: I bambini sono troppo piccoli per sapere di essere trans e sono spinti a prendere i bloccanti dai genitori / social media / pressione dei pari

I FATTI: Esistono moltissime testimonianze di genitori e persone transessuali adulte che osservano che loro / loro figli* sapevano di essere transgender già in giovanissima età. A parte però le numerose testimonianze la cosa che bisogna sempre tenere a mente è che i bambini trans esistono. Hanno bisogno di supporto. I bloccanti della pubertà vengono sempre valutati bene. Non fare nulla, provoca gravi danni. Non fare nulla non è un’opzione neutrale. Ogni articolo o studio che voglia dimostrare il contrario provoca enormi danni. E questo è un fatto.
 

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