Bambinə e adolescenti gender creative: promotorə di nuove conoscenze per superare pseudo protezione e invisibilità legale.
Questo è il bellissimo titolo dell’intervento di Marica Moscati – ricercatrice, avvocata e attivista dei diritti umani dell’infanzia/adolescenza e delle persone LGBTQ+ – che ha presentato al Convegno dell’Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere (ONIG) a gennaio 2025. Moscati porta in Italia, con l’urgenza di un tempo non più procrastinabile, riflessioni potenti in grado di sfidare e sovvertire il modello tradizionale di conoscenza e di approccio, anche legale, rispetto alla realtà delle infanzie e delle adolescenze di genere creativo e ai temi che le riguardano. E pone come tema centrale non solo il diritto all’ascolto e alla partecipazione di bambin e adolescenti di genere creativo, ma anche il loro protagonismo, come soggetti con un ruolo sociale attivo nella costruzione dei processi decisionali che li riguardano e nella produzione di conoscenza. Un cambiamento culturale necessario, su cui produrre progressi legislativi, anche attraverso un ampio dibattito interdisciplinare, che metta al centro i diritti, la voce e i corpi di giovani persone gender creative come protagoniste nella produzione di saperi, nei dibattiti in corso e nelle normative che le riguardano.
Sono 3-4 i punti principali trattati dall’esperta in diritti dell’infanzia.
1- Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, critica al binarismo di genere e all’etero-normatività
Nel suo intervento, la dott.ssa Moscati, riferendosi alla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, evidenzia l’urgenza di superare la visione binaria di genere ed etero-normativa su cui è fondata e propone la creazione del diritto di bambin e adolescent all’identità gender creative. La Convenzione, pur rappresentando uno strumento fondamentale, necessita di aggiornamenti radicali non più rimandabili. La Convenzione, infatti, sebbene riconosca diritti fondamentali come la non discriminazione e la partecipazione, manca di riferimenti espliciti all’identità di genere, lasciando spazio a interpretazioni che perpetuano discriminazioni e invisibilità legale. Da qui l’importanza di legittimare, anche a livello giuridico, l’esistenza di bambin e adolescenti gender creative – un termine che comprende le infanzie e adolescenze trans, binarie, non binarie, gender explorer…– come identità reali che hanno il diritto di essere riconosciute per come sono.
2- Le infanzie e adolescenze gender creative protagoniste del cambiamento
Nella società attuale parlare di identità di genere di bambin e adolescenti costituisce un argomento divisivo e controverso, sono invisibilizzate le esistenze di chi non si conforma con le norme di genere imposte, a queste giovani vite viene negata qualsiasi possibilità di autodeterminazione e diritti, con la giustificazione di una presunta protezione o di una maggiore sicurezza medica. Questa esclusione si evidenzia nella mancata partecipazione alle decisioni che le riguardano, nei percorsi di affermazione di genere, come nell’ assenza di visibilità legale.
Una concezione, afferma Moscati, stigmatizzata dell’identità di bambin e adolescenti gender creative che riduce il corpo, ad una dimensione quasi esclusivamente biologica, opponendo biologia e cultura, disconoscendo così la sua complessità e multidimensionalità. Il corpo di una giovane persona gender creative diventa così campo di battaglie ideologiche, su cui vengono legittimate politiche pubbliche patologizzanti e restrittive, con l’assenza di diritti legislativi, senza riconoscerne, al contrario, il suo determinante portato culturale, sociale e politico.
Secondo la proposta portata dalla dott.ssa Moscati, è necessario un cambio di prospettiva in cui le infanzie e le adolescenze gender creative abbiano garantiti diritti fondamentali, e siano protagoniste attive e partecipi di tutti i processi che le riguardano con ascolto rispettoso e scevro di pregiudizi.
È essenziale quindi una collaborazione tra diritti umani e medicina, con un approccio interdisciplinare che metta realmente al centro le identità, l’unicità delle esperienze, le voci, le idee, e le prospettive di giovani vite gender creative, riconoscendole come fonti legittime, valide e creatrici di conoscenza. Per fare questo occorre imparare a decentrare le prospettive adulte, uno sforzo indispensabile che non è più una conoscenza sulle persone bambine gender creative ma è una conoscenza con queste giovani persone.
3- Il Potere delle Esperienze e del cambiamento del Linguaggio nelle Narrazioni
In uno spazio di dialogo occupato prevalentemente dal sapere medico e focalizzato sulla salute delle giovani persone gender creative, Moscati ci porta aria fresca che sa di rivoluzione vera e cambiamento. La sua proposta – quella di guardare (e parlare di) bambin e adolescenti gender creative non solo attraverso la lente medica, clinica e biologica ma anche attraverso quella dei diritti, soprattutto delle emozioni, delle loro voci e delle loro relazioni – interpella la letteratura femminista e queer e gli studi di genere e invoca quella interdisciplinarità che è fondamentale per trattare una questione umana tanto complessa quanto articolata. Secondo questa proposta epistemologica, che suona come novità assoluta in Italia, le narrazioni personali diventano cruciali; le storie di vita essenziali per comprendere sfide che queste giovani persone in crescita affrontano. Moscati invita anche il cambiamento del linguaggio con cui ci si riferisce alle giovani persone; non più “minore” termine pregno di paternalismo, stereotipi e pregiudizi, ma bambin, adolescente, giovane persona – parole che riflettono rispetto e cura che tali persone meritano.
Le parole di Marica Moscati sono una boccata d’aria fresca in un clima storico-politico che sa di tempesta, un manifesto per un cambiamento radicale e necessario. Non è la legge che deve plasmare le identità delle infanzie e adolescenze gender creative, ma sono le loro identità che devono informare e trasformare il diritto.
Per raccogliere questa sfida occorre una responsabilizzazione sociale da parte delle persone che si occupano di queste realtà, riconoscendo che le persone adulte, professioniste o meno, non sono titolari di nessun potere e nessun potere decisionale assoluto sui corpi e sulle vite delle giovani persone gender creative
Questo non è solo un atto di giustizia, ma una strada per costruire una società non violenta, equa e rispettosa delle diversità.