associazione di genitori di bambinә gender creative, giovani persone trans e loro alleatә
vogliono essere se stessә
lavoriamo per un mondo inclusivo
perché i diritti non sono un privilegio
sempre al tuo fianco
Genderlens lavora affinché venga fatta formazione e informazione.
Il nostro approccio si basa sugli ultimi studi e esperienze internazionali e usa un approccio sociologico, antropologico e storico. La varianza di genere, infatti, è sempre esistita in ogni tempo e in ogni cultura.
Genderlens combatte quindi totalmente qualsiasi approccio patologico e patologizzante e offre supporto a famiglie, adolescenti, professionisti e educatori.
fornendo loro dei chiarimenti su alcuni dei concetti chiave che hanno a che vedere con l’identità di genere e la sua espressione, e offrendo alcuni suggerimenti su come comportarsi nell’interesse del/la minore.
I consigli che vengono qui proposti vogliono essere delle linee guida generali, create a partire dalla revisione della letteratura scientifica internazionale disponibile sulla varianza di genere nell’infanzia e dall’esperienza delle persone coinvolte, quali i genitori e i professionisti della salute e dell’educazione.
Parlare quindi di varianza di genere può includere molte esperienze differenti, ognuna delle quali è legittima per il semplice fatto di essere vissuta.
Tutti noi siamo inondati di messaggi di genere dal momento in cui nasciamo, eppure offriamo ai bambini poche opportunità di considerare o comprendere più profondamente questo aspetto molto importante della vita. L’alfabetizzazione di genere è essenziale per i bambini per comprendersi, impegnarsi in relazioni sane, identificare e collocare i messaggi sociali nel contesto e avere un ruolo decisivo nel determinare gli aspetti del proprio genere oggi e in futuro. Le idee della società sul genere influenzeranno ogni aspetto critico della loro vita, dall’educazione alla carriera, alle relazioni e altro ancora.
Varianza di genere nell’infanzia è l’espressione maggiormente utilizzata per indicare l’esperienza di queә bambinә che
non si sentono a loro agio nel genere assegnato socialmente alla nascita sulla base degli organi genitali, oppure
che non si conformano con le regole sociali che tale assegnazione suppone.
Si tratta di bambin* che vivono il genere in modo diverso rispetto a quanto prevede la norma sociale, adottando principalmente comportamenti considerati più opportuni per il genere opposto.
Per alcuni di quest* bambin* la varianza riguarda solo l’espressione del genere, cioè il modo in cui si esprime il proprio sentire attraverso una serie di comportamenti e preferenze che vengono considerati opportuni per un genere e non per un altro.
Per altrә invece, la questione è un po’ più complessa e riguarda l’identità di genere cioè quel processo intimo che ci permette di identificarci rispetto alle categorie del genere socialmente disponibili.
Alcunә bambinә gender variant possono identificarsi, con più o meno persistenza, con il genere opposto rispetto alla nascita, altrә con nessuno dei due generi, altrә ancora con entrambi i generi, in maniera stabile oppure fluida.
Le due identità di genere a cui la maggior parte delle persone ha familiarità sono il ragazzo e la ragazza (o l’uomo e la donna), e spesso le persone pensano che queste siano le uniche due identità di genere.
L’idea che ci siano solo due generi – e che ogni individuo debba essere l’uno o l’altro – è chiamata “binario di genere”.
Tuttavia, nel corso della storia umana sappiamo che molte società hanno visto e continuano a vedere il genere come uno spettro e non limitato a due sole possibilità.
Oltre a queste due identità, altre identità sono ora all’ordine del giorno.
“È come essere in una grande famiglia. Piena di scambi di idee, confronti, condivisioni delle giornate buone e di quelle meno buone. Ognuno con la sua esperienza, ci diamo forza e soprattutto informazioni che ci aiutano giorno dopo giorno. AVANTI COSI’ E ANCHE DI PIU’!”
“Ho trovato in questo gruppo le informazioni corrette, utili anzi indispensabili per chi ha voglia di conoscere, di informarsi e di confrontarsi”.