GenderLens a Arrevutamm Pride di Napoli

PRENDIAMO PAROLA – BASTA SILENZI SULL’INFANZIA E ADOLESCENZA TRANS*

Siamo GenderLens, e oggi alzare la voce non basta più: urliamo che l’infanzia e l’adolescenza trans* ESISTONO. E hanno diritto di vivere. Non sopravvivere. Vivere con dignità, gioia e libertà, nonostante l’Italia stia facendo di tutto per alienare questo diritto.

Siamo un’associazione che supporta le famiglie di bambin* e adolescenti gender creative. Persone reali, genitori in carne e ossa, sparse in tutto il Paese, che ogni giorno si prendono cura di giovani persone con identità non conformi a un sistema binario, rigido e violento. Un sistema che li vuole invisibili, silenziati, “corretti”. Noi non ci stiamo. Offriamo ascolto, sostegno, con il contributo prezioso di chi questa realtà la vive in prima persona: giovani trans*, attivistə, professionistə competenti. Con loro facciamo rete, non compromessi.

Viviamo un attacco strutturato, continuo, spietato. Politico, mediatico, istituzionale. Il bersaglio? Le nostre figlie, i nostri figli, le nostre creature. La loro esistenza viene messa sotto inchiesta, letteralmente. Come dimostra l’ispezione al Careggi, il tavolo ministeriale sulla disforia di genere, la propaganda diffusa a colpi di fake news e paura. È una guerra culturale, mediatica e siamo nel mirino. Ma non arretriamo di un millimetro.

Guardiamo agli USA, dove un ordine esecutivo ha tentato di cancellare chi non rientra nel binarismo di Stato. Al Regno Unito, dove una sentenza ha stabilito che le donne trans non sono legalmente donne. Non sono episodi isolati. È un’ondata reazionaria globale. E in Italia, come sempre, qualcuno prende appunti.

E noi diciamo: NO. Abbiamo finito i giri di parole.

Mentre altrove (guardiamo alla Spagna o al Canada) esistono protocolli inclusivi, qui si mette mano alle linee guida senza coinvolgere le persone competenti. Si decide della vita di giovani persone trans* senza nemmeno volerle ascoltare o conoscerle. Si parla di noi, sopra di noi, contro di noi.

Rifiutiamo, con rabbia, la narrazione tossica del “corpo sbagliato”, del “dramma” e del lutto. Rifiutiamo la patologizzazione della varianza di genere. La scienza ha già parlato, ma questo governo preferisce i dogmi. E chi, all’opposizione, continua a definirci “tema divisivo”? Il silenzio rende complici.

PRENDIAMO PAROLA oggi, e lo faremo ogni singola volta che sarà necessario. Non ci farete tacere. Denunciamo la violenza istituzionale che distrugge sogni, cancella identità e uccide la possibilità stessa di crescere liberamente. Ma non ci limitiamo alla denuncia: costruiamo, insieme, un futuro diverso.

Pretendiamo – non chiediamo, PRETENDIAMO – percorsi di accompagnamento affermativo in tutta Italia. Spazi sicuri, visibilità reale, e la possibilità per ogni bambinǝ e ragazzǝ di esplorare la propria identità senza stigma, sensi di colpa o forzature. Basta pornografia del dolore: vogliamo parlare di euforia di genere, di potenza, di futuro.

Vogliamo alias nelle scuole, nelle biblioteche, per i trasporti e lo sport. Vogliamo vita vera. Senza compromessi.

E nonostante i vostri attacchi, le vostre crociate anti-deumanizzanti, la vostra ossessione per il controllo, noi restiamo. Più arrabbiatə, più determinatə, più numerose di prima. Faremo rete con le nuove generazioni queer, con le collettive transfemministe, con chiunque resiste, dentro e fuori questo Paese.

PRENDIAMO PAROLA. ORA. SEMPRE. INCAZZATƏ, MA UNITƏ

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