Persone non binarie e transizione: testimonianze dei diritti violati

Quelle che seguono sono solo due delle innumerevoli testimonianze che raccogliamo da parte di persone non binarie che, considerate per lo più inesistenti, sono costrette a subire trattamenti lesivi della loro dignità di persone proprio da parte di chi invece dovrebbe essere a loro disposizione per accompagnarl* nel loro percorso.

 

 

TESTIMONIANZA  1

“Buongiorno,
Sono una persona non binaria che  sta affrontando il percorso di transizione.
Ho iniziato il percorso  fine gennaio 2019, e ho subito fatto coming out come persona non binaria, nonostante avessi paura che questo mi facesse sembrare ‘confuso’ o ‘non abbastanza trans’ ai loro occhi.

Le cose che vorrei comunicare sono:

– sono abbondantemente passati i 6 mesi “obbligatori” di sedute psicologiche e il mio ultimo appuntamento prima della tos doveva essere lo scorso, ma la psicologa mi ha detto che ‘vorrebbe vedermi altre volte perché nonostante quando mi vede è sicura che io sia non binario, quando passa un po’ di tempo non ne è più sicura e quindi vuole fare altri incontri’. Non so perchè abbia ritenuto giusto e sensato riferirmi una cosa del genere. E se io avessi fatto finta di essere binario non sarebbe successo.

– sia la psicologa che lo psichiatra mi hanno chiesto se e come mi masturbo e per chi provo attrazione sessuale, come se fosse rilevante ai fini della ‘diagnosi’ e accettabile da chiedere.

– il personale dell’ospedale  è assolutamente non formato sulla tematica. Persino nella sala d’attesa dell’ambulatorio ho assistito a un misgendering di una ragazza, per non parlare delle infinite volte in cui io vengo misgenderato in accettazione, nonostante tutti sappiano perché sono là, dato che stanno leggendo le mie impegnative.

– a inizio anno c’è stata una conferenza presso il centro.  Un chirurgo (ginecologo mi sembra) alla mia domanda se fosse possibile asportare solo le ovaie mi ha detto che ‘in quel caso l’intero percorso di transizione perderebbe senso’.
L’anno prima, stessa conferenza, quando avevo chiesto se fosse possibile accedere a una mastectomia senza terapia ormonale la risposta è stata che ‘non dovevo scherzare con queste cose perchè gli interventi sono una cosa seria’.

– sento che il mio non binarismo viene trattato come ‘una cosa momentanea che smetterà quando smetterò di esser confuso e capirò di essere un uomo’. Questi miei sentimenti sono giustificati dal fatto che la psicologa che mi ha detto:
– che le persone non binarie sono solo quelle che transizionano fino ad   avere un corpo ‘androgino’ (inteso come facendo solo la terapia ormonale, non anche cambio di nome o operazioni) tuttx lx altrx no.
– mi ha chiesto se io credevo davvero che le persone non binarie esistessero ( questo dopo 5 mesi che sapeva che io fossi non binario)

– ho visto che alla prima visita l’endocrinologa aveva scritto nel referto ‘vestito maschile, sportivo, capelli corti’. La seconda visita le ho chiesto di non scrivere nulla sul mio aspetto perchè non pensavo c’entrasse qualcosa con la mia identità. Lei non lo ha scritto, ma mi ha detto che il motivo per cui lo faceva è che ‘se dici di essere donna ma ti vesti da uomo hai un problema medico’.”
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TESTIMONIANZA 2

“Breve resoconto sulla mia esperienza:

Erano previsti sei mesi obbligatori di psicoterapia nonostante io da anni fossi in psicoterapia privatamente.
Trovai tra l’altro la psicoterapia piuttosto inutile e inconsistente. Perlopiù mirata a convincermi a non transizionare medicalmente (impressione mia).

La psicologa mi si rivolge al femminile per parecchi mesi (fino a mia insistenza a fare diversamente).
Mi somministra un test (di non so quale validità psicodiagnostica) dal cui risultato evincerebbe che io sono non-binario e “quindi” la terapia farmacologica potrebbe non essere necessaria.

La psicoterapia continuò per circa un anno e mezzo senza nessun accenno a farmi iniziare la terapia ormonale nonostante io continui a rimarcare il mio desiderio in tal senso.

Al colloquio con la psichiatra questa mi si rivolse al femminile per tutto il tempo e mi chiese tendenziosamente quanto io pensassi che il mio desiderio di transizionare fosse legato al mio passato in cui ho sofferto di anoressia.

In sostanza ho trovato moltissimo gatekeeping e paternalismo, unito a scarsa conoscenza del non binarismo (usato in modo strumentale per convincermi a non transizionare). Esiste la concreta  necessità di lasciapassare dalla psicologa e della psichiatra per accedere a qualcosa che mi facesse stare meglio.”

 

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Un pensiero su “Persone non binarie e transizione: testimonianze dei diritti violati

  1. Sarebbe interessante sapere dove vai perché quello che ti hanno fatto è contro ogni protocollo medico nazionale e internazionale. 6 mesi ed essere senza diagnosi è un abominio legale. Per diagnosticare se un assassino era capace di intendere e di volere ci mettono al massimo 2 mesi. O ti dicono di o no e LO DEVONO MOTIVARE. Le domande che ti hanno fatto sono totalmente fuori luogo, assimilabili alle” terapie riparative” per guarire dall’omosessuakità. Denunciali. Ti dò qualche dritta io

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